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Lo studioso che più ci aiuta a percorre questo sentiero è Enright. Secondo lui il perdono si compone di alcune fasi.

Innazitutto per perdonare bisogna essere in quello che non avremmo dovuto vivere, dobbiamo riconoscere che quello che ci è stato fatto è un’ingiustizia e che non doveva essere compiuta.

Per poi passare a riconoscere gli effetti che quell’ingiustizia ha avuto su di noi, a livello concreto ed emotivo. Riconoscere le emozioni che si provano in seguito all’offesa, verso l’accaduto, verso l’offensore, verso altri e verso se stessi e riconoscere quante energie psichiche stiamo impiegando per far fronte all’offesa.

Si deve capire che le strategie di risoluzione precedentemente adottate non hanno funzionato e valutare se il perdono è un sentiero percorribile e se si, decidere di impegnarsi a perdonare l’offensore. Impegnarsi a perdonare implica mettere da parte ogni pretesa di vendetta, anche nelle sue forme più sottili (ad esempio parlar male dell’offensore)

A questo punto si lavora sull’accettazione della sofferenza e sulla trasformazione della rabbia.

Dopo essersi occupati di sé si comincia ad occuparsi dell’offensore lavorando sulla consapevolezza attraverso la conoscenza della sua storia e le forze che lo hanno fatto agire ingiustamente. Questo serve a vedere la persona oltre l’atto, a vedere la persona inserita in un contesto con una storia, a vedere la sua umanità. Se non riusciamo a vedere la sua umanità cadiamo nello stesso male.

Disse a tal proposito Martin Luther King jr:

“Questa reazione a catena del male – l’odio genera odio, guerre producono guerre – deve essere interrotta o ci ritroveremo immersi nell’abisso oscuro dell’annientamento. L’amore è l’unica forza capace di trasformare un nemico in amico. Per sua stessa natura, l’odio distrugge e abbatte; per sua stessa natura l’amore crea e costruisce”.

Quando si vede la persona e non solo il gesto, la sua storia, le sue motivazioni si passa a lavorare sulla compassione. L’empatia nasce quando le persone arrivano a comprendere gli altri, L’empatia può generare un senso di compassione per gli altri e per sé.

Ci si avvia verso la parte finale del sentiero e si rende necessario trovare un senso alla sofferenza, sia per sé sia per gli altri. Capire in che modo ci ha migliorati, ci ha aggiunto qualcosa. Forse ci ha reso più forti, più sensibili, più coraggiosi ecc.  Magari anche altri hanno ricevuto benefici dal nostro cambiamento.

Abbiamo detto che il perdono è un dono. Così quando i sentimenti si saranno trasformati, quando la sofferenza avrà lasciato il posto alla compassione, si comincerà a pensare di far qualcosa di positivo per l’altro. Senza quest’ultimo passaggio il perdono non è completo.

Dopo aver camminato anche su quest’ultimo tratto siamo pronti per perdonare.

Se vogliamo, oltre il perdono possiamo prendere anche delle decisioni,come comunicare o meno il perdono, riconciliarsi o meno con l’offensore.

Valutate le possibilità e le opportunità di queste decisioni, ognuno farà le sue scelte.

Siamo arrivati alla fine. Ora possiamo guardarci indietro. Vedere tutti i percorsi che abbiamo dovuto camminare per arrivare al traguardo del perdono. Per alcuni sarà stato come percorrere un sentiero semi conosciuto; per altri sarà stato come fare il pellegrinaggio di Compostela: lungo, ma fattibile; per altri ancora sarà stato come intraprendere il sentiero degli Appalachi senza allenamento e con le attrezzature tutte sbagliate. Per riuscire a camminare abbiamo usato le mappe e gli attrezzi dell’etimologia, della religione, della scienza, di un terapeuta e anche di chi ci circonda.

Rimane un’ultima riflessioni che puoi fare. Desiderando una vita migliore per te, per chi ami, magari hai già lavorato su di te per liberarti dalla sofferenza, ma da qualche parte la senti ancora lì, senti che non sei del tutto in pace. In questo caso, cosa ne diresti di prendere in considerazione il perdono?

Dr.ssa Luigina Pugno

Psicoterapeuta a torino

BIBLIOGRAFIA

Barcaccia B., Mancini F. Teoria e clinica del perdono, Raffaello cortina editore

Bertagni G. Il perdono nel cristianesimo e nel buddhismo

Bianchi E.Le vie della felicità. Gesù e le beatitudini

Boch B.  Il gioco del perdono Astrid editore

Dalai Lama La saggezza del perdono

Enright R. D. Il perdono è una scelta ed Salus

Jankelevitch V. Il perdono ed. IPL

King M. L. jr The strenght to love Fortress Press

Simeone M. N., Benedizione e perdono, autopubblicazione su Amazon

Worthington E., The power of forgiveness, ed Templeton Foundation Press Philadelphia London