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Mindfulness Archivi - Dott.ssa L. Pugno Psicoterapeuta a Torino
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Mindfulness

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Fonte: Picsart freetoedit

 

Nonostante si sia soliti attribuire a Jon Kabat-Zinn la paternità della mindfulness, il termine venne coniato alla fine dell’Ottocento da Thomas William Rhys Davids, uno dei primi studiosi a introdurre Il Buddhismo nella cultura anglosassone. Egli usò il termine Mindfulness per tradurre il termine in lingua pali Sati.

Sati significa ricordo, memoria, si riferisce all’atto di tenere in mente un oggetto di meditazione (per es. Il respiro) quando l’attenzione si sposta da esso e inizia a vagare. È il fattore mentale che tiene l’attenzione incollata al suo oggetto. Sati, nella sua specificazione di Sammasati  (tradotto come ride mindfulness Levman 2017) assume in modo più evidente la connotazione di ricordare indicando la capacità di discernere tra ciò che è positivo, come gli insegnamenti del Buddha, e ciò che è negativo, ovvero ciò che procura danno, afflizioni mentali come la credenza illusoria di un sé permanente e indipendente.

Nel Satipatthana Sutta (tradotto in Sutra dei 4 piazzamenti) Buddha insegna come il fattore mentali Sati vada applicato ai 4 oggetti di meditazione: il corpo, le sensazioni, la mente e gli oggetti mentali.
Satipatthana porta a realizzare quelli che vengono chiamati come i quattro sigilli dell’ insegnamento buddista:
– tutti i fenomeni sono impermanenti
– tutti i fenomeni condizionati sono sofferenza
– tutti i fenomeni sono privi di un sé
– il Nirvana è pace.

La percezione diretta di questi insegnamenti è spiegata nelle quattro verità per i nobili (praticanti spirituali realizzati):
– la verità della sofferenza
– la verità delle cause della sofferenza
– la verità della cessazione della sofferenza
– il nobile ottuplice sentiero, che include la condotta etica, Sati e la saggezza.

Sulla base di un’etica forte è possibile passare ad addestrarsi nella Sati.

Da quanto detto finora si evince che Sati e la definizione di Mindfulness data da Kabat-Zinn, cioè la consapevolezza che sorge dal prestare attenzione al momento presente in modo intenzionale e non giudicante, non si somigliano molto.

In un articolo del 2011 pubblicato sulla rivista Contemporanea Buddhism Kabat-Zinn ha chiarito che la parola Mindfulness da lui usata nel suo programma MBSR serve a distinguerlo da altri interventi che intervengono sullo stress senza l’uso di pratiche contemplative, non si riferisce espressamente a Sati. Il suo intento era di tradurre in termini occidentali gli insegnanti di Buddha circa il funzionamento della mente, senza usare i vocaboli tradizionali.
La sua definizione di Sati richiama echi della tradizione Zen e dell’insight maditation (Goldstein e Kornfield 1987).

Dr.ssa Luigina Pugno

#psicoterapeutatorino #mindfulness #sati #mindfulnesstorino

Fonte: Ghilardi, Palmieri Meditazione, Mindfulness e neuroscienze, ed Mimesis

 

“Sogno, o son desto”

Amleto

Il sogno lucido e la possibilità di sognare sapendo di sognare. Questa possibilità del cervello era già nota ad Aristotele e si trova menzionata nella letteratura filosofica. Nelle tradizioni contemplative, come quella tibetana, il sogno lucido e conosciuto a fondo da circa un millennio. Nonostante ciò la storia del sogno lucido in Occidente è piuttosto recente. Possiamo farla risalire al 1867 anno in cui il marchese d’Herey-Swint-Denis ha pubblicato la prima opera interamente dedicata all’argomento. Grazie alla popolarità di questo libro Il sogno lucido venne conosciuto anche da Freud, che tuttavia non riuscì a possedere una copia del libro. Forse per questo motivo ha dedicato scarsa attenzione a questo evento mentale.
Young inizialmente riteneva che il fenomeno fosse impossibile, ma cambio Pignone in seguito all’incontro con Il Buddhismo tibetano.
Nel 1913 lo psichiatra Van Eeden conia il Lucid dream. Secondo questo psichiatra ” l’insorgenza della lucidità onirica è descritta nei termini di una completa integrazione delle funzioni psichiche, uno stato Cioè di perfetta consapevolezza nel quale è possibile controllare e indirizzare volontariamente la propria attenzione, nonché compiere svariate azioni deliberatamente”.
Il limite delle ricerche di questi autori consiste nel fatto di essere basato unicamente sulle esperienza soggettiva.
Altri due autori che hanno contribuito a diffondere l’interesse per il sogno lucido la studiosa Celia Green e l’antropologo romanziere Carlos Castaneda, quest’ultimo non usa mai il termine sogno lucido Ma quando parla del sognare questa pratica da lui descritta coincide sostanzialmente con il sogno lucido.
Nonostante il sogno lucido sia diventato popolare nella popolazione, continua ad essere poco considerato dal mondo accademico in quanto gli studi pubblicati sono tutti basati su resoconti forniti dai soggetti dopo il risveglio una prova troppo debole per mettere in discussione le conoscenze dell’epoca riguardo al fenomeno del sogno.
Gli scienziati che si occupavano di studiare il sonno parlano Ma raramente del sogno lucido riferendosi adesso come un evento insolito e marginale. Per la scienza essere pienamente consapevoli durante il sogno è una contraddizione in termini dal momento che l’assenza di capacità critiche e autoriflessive erano le condizioni base perché si potesse dire che ci si trovava in presenza di uno stato onirico.
Inoltre all’epoca il sogno lucido era avvolto da aloni di misteri in quanto era diffuso negli ambiti esoterici e del paranormale.
Fu l’innovazione metodologica dello studioso di psicofisiologia lLaberge che permise di spostare lo studio del fenomeno della dimensione soggettiva al metodo sperimentale.

Laberge si accorse che durante la fase REM la direzione la quale sognatore muove gli occhi trova corrispondenza nel resoconto delsogno che il soggetto ne dà una volta sveglio.
Laberge concepì un esperimento in cui durante il sogno Quando il soggetto diviene consapevole di stare sognando, Invia un segnale al mondo esterno attraverso una sequenza prestabilita di movimenti oculari, che vengono registrati da un elettrooculogramma. Questo esperimento fornì i primi risultati della prova che i sogni lucidi sono fenomeni reali e hanno effettivamente il luogo durante la fase REM.
Le conseguenze di questa scoperta sono state:
– la revisione delle conoscenze che fino ad allora si avevano sul sogno, come stato di coscienza incompatibile col pensiero critico e senza la possibilità di avere accesso alla memoria;
– utilizzi nella psicoterapia e per attuare interventi volti benessere psicologico;
– L’osservazione delle somiglianze e differenze nell’attivazione neurofisiologica tra Sogni lucidi e non lucidi.

In che modo lo studio del sogno lucido ha accresciuto le conoscenze del sonno REM e della realtà virtuale?
Per capirlo facciamo l’ipotesi di voler studiare cosa accade a corpo e cervello durante un sogno erotico.
Con il metodo di ricerca tradizionale questo tipo di studio sarebbe dispendioso è dispersivo perché dovrei aspettare notte dopo notte che qualcuno abbia un sogno erotico e che al risveglio se lo ricordi. L’analisi dei parametri fisiologici sarebbe opinabile perché io non potrei sapere in quale momento ha avuto inizio e fine il sogno erotico.
Se io invece ho dei soggetti addestrati al sogno lucido questi possono mandare i segnali oculari di inizio e fine del sogno erotico.
In effetti questa è stata la prima ricerca degli onironauti preparati da Laberge.
Quello che è emerso è che, a parte eiaculazione che non si è verificata, tutti gli altri parametri fisiologici che solitamente sono presenti durante la veglia, Si sono presentati anche durante il sogno lucido (aumento della frequenza del respiro e cardiaca e irrorazione sanguigna negli organi sessuali).
Quando si è studiata la percezione del tempo durante il sonno si è visto che è identica a quella della veglia.
Cosa molto importante è che è stato possibile appurare che le esperienze vissute durante lo stato di sogno sono fondamentalmente indistinguibili da quelle sperimentate durante la veglia, fino al punto che “esercitare delle abilità motorie in sogno permette di raggiungere all’incirca gli stessi progressisti che si verificano quando il medesimo allenamento è condotto durante la veglia”.
Ecco qui il collegamento con la realtà virtuale: la simulazione della realtà che si ha durante un sogno lucido è così accurata da permettere l’apprendimento, il cervello Dunque durante il sogno lucido e come una macchina della realtà virtuale.
In ambito psicoterapeutico il sogno lucido può trovare applicazione in cinque ambiti. Il primo è il trattamento degli incubi ricorrenti. In questa situazione quando si realizza di stare sognando il sogno perde la carica emotiva ansiogena. Inoltre trattandosi di episodi ricorrenti è possibile imparare ad intervenire nel sogno per trasformarlo.
Un altro ambito di intervento e la risoluzione di conflitti psicologici, che tendono a presentarsi durante il sogno quando la persona ha scarso controllo sul proprio subconscio. Essere consapevoli di stare sognando permette di stabilire un contatto con tali situazione e affrontarle con strategie più efficaci (sciogliere un legame, dialogare, riconciliarsi).
Il sogno lucido è stato sperimentato con successo anche nel disturbo post traumatico da stress, confermando l’ipotesi che la lucidità onirica aumenti la resilienza.
All’interno di interventi volti a preservare il benessere psicologico menzioniamo il miglioramento delle abilità cognitive, della conoscenza di sé e lo sviluppo della propria personalità, nonché la ricerca spirituale e di senso nella vita.
Infine vediamo come sogno lucido ha cresciuto la conoscenza del sognare. I sogni Comuni sono caratterizzati da una serie di deficit cognitivi e metacognitivi: perdita di razionalità e capacità riflessive, difficoltà di orientamento nello spazio e nel tempo, difficoltà di accesso alla memoria, scarso controllo sulle facoltà attentive e e volitive. Tutto ciò sembra dovuto alla ridotta attivazione della corteccia frontale prefrontale Durante la fase REM. Nel sogno lucido invece abbiamo una riattivazioni di queste aree, oltre a quelle parietali.

Esiste anche una millenaria pratica meditativa per avere sogni lucidi chiamata yoga tibetano del sogno, che coincide con uno dei sei yoga di Naropa, lo yoga del corpo illusorio, ma per ora preferisco non addentrarmi in qualcosa che non ho ancora studiato bene.

Concludo dicendo che sebbene sia possibile imparare a produrre Sogni lucidi lo sviluppo di questa capacità richiede un training alquanto impegnativo, anche se in internet si trovano spiegati metodi che garantiscono un sogno lucido in pochissimo tempo.

Dr.ssa Luigina Pugno psicoterapeuta Torino

fonte: a cura di Ghilardi e Palmieri, Meditazione, mindfulness e neuroscienze, ed. Mimesis