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PMA - Dott.ssa L. Pugno Psicoterapeuta a Torino

PMA

PMA: il ruolo dello psicologo nell’affrontare l’infertilità

L’infertilità costituisce un problema che colpisce una coppia su cinque e che appare destinato ad aumentare. Essa è comunemente definita, in linea con le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.) come l’assenza di concepimento dopo un anno di rapporti sessuali mirati e non protetti, oppure come il risultato di aborti ricorrenti.

Si stima che circa il 15% – 20% delle coppie italiane sperimenti dei problemi di infertilità e che questi siano generalmente riconducibili nel circa 40% dei casi ad un fattore maschile, nel circa 50% ad uno femminile e nel restante 10% ad eziologia mista.

La diagnosi di infertilità porta il singolo o la coppia a doversi confrontare con problematiche fisiche, ma anche relazionali. Relazionali all’interno della coppia, con sé stessi, con il mondo esterno, con i familiari e con i medici specialistici e a sperimentare sofferenza emotiva, anche intensa.

Ciò che dovrebbe essere naturale diventa artificiale e la coppia viene proiettata in un mondo fatto di analisi, farmaci, matematica e statistica, siringhe ed ecografie che intrudono nel corpo, emozioni proprie e altrui, opinioni proprie e altrui.

Il concepimento passa dall’essere un evento frutto di uno scambio intimo e di un progetto di coppia, ad essere un evento “pubblico”, che non coinvolge più solo 2 persone, ma tante e diventa così una grande fonte di stress.

Solitamente le coppie che si approcciano alla PMA ignorano la portata emotiva che può avere questo evento e si presentano al colloquio con lo psicologo non sentendone la necessità, non capendone l’utilità. Ritrovandosi poi a chiedere il sostegno psicologico quando la sofferenza è diventata intollerabile.

La relazione con lo psicologo durante gli interventi di PMA possono servire ad affrontare lo stress fisico e mentale, superare paure rispetto alla procedura medica e il suo risultato, trovare una comprensione cognitiva ed emotiva che non si trova nelle persone che non conoscono l’argomento, rendere tollerabile la sofferenza in caso di esito negativo.